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CONTENUTI

  • Le migliori arti marziali per difesa personale
  • Uso di armi e deterrenti
  • La difesa personale e i bambini

Tecniche e armi di difesa personale: cosa c’è da sapere

by CPoster Ultimo aggiornamento: 18.05.22
Ultimo aggiornamento: 18.05.22

 

Facciamo chiarezza sul concetto di autodifesa e su ciò che implica a livello personale e collettivo, e vediamo insieme quali sono le armi e le tecniche più idonee.

 

L’autodifesa, o difesa personale, sta a indicare la capacità di proteggersi da eventuali minacce, pericoli o aggressioni dirette alla propria persona, tanto a livello fisico quanto psichico. Questo concetto si applica sia ai singoli sia a intere popolazioni, come dimostra il caso eclatante del Giappone. Nel 1945, dopo i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, gli americani costrinsero i giapponesi alla resa e, successivamente, a smantellare del tutto il loro esercito e le altre forze armate. In seguito a questi eventi, che li privarono di qualsiasi capacità militare, il trauma della sconfitta instillò nella popolazione giapponese un profondo sentimento pacifista.

Questo sentimento venne poi ribadito nella Costituzione stilata nel 1946 e in particolar modo nell’articolo 9, dove viene dichiarata la rinuncia permanente alla guerra come strumento risolutivo di dispute internazionali, e che di conseguenza il Giappone non manterrà più forze aeree, navali o terrestri atte a questo scopo.

Secondo gli accordi presi con gli Stati Uniti d’America, ratificati nel 1952, a partire da quel momento sarebbero state le forze armate americane di stanza in Giappone a proteggere la nazione da eventuali aggressioni esterne. Questo portò all’istituzione delle Jieitai, ovvero le Forze di Autodifesa terrestri, aeree e marittime, incaricate invece di far fronte alle minacce interne e ai disastri naturali.

Le migliori arti marziali per difesa personale

Quando si sente parlare di auto difesa il pensiero corre subito alle arti marziali, ma in realtà queste rappresentano soltanto un aspetto di un sistema ben più complesso, che include anche studi psicologici e di controllo della paura, uso di specifici atteggiamenti mentali, tecniche di difesa verbale, l’uso di attrezzi dissuasivi, l’acquisizione di una licenza di porto d’armi e il ricorso a figure professionali come guardie del corpo, istituti di vigilanza privata e investigatori privati.

Per quanto riguarda in particolare le arti marziali, quindi, non tutte sono adatte alla difesa personale; il Karate e il Kung-Fu, per esempio, sono discipline complesse che richiedono molti anni di pratica prima di essere padroneggiate. I combattimenti a cui preparano queste discipline, inoltre, sono di lunga durata, mentre gli scontri per la difesa personale tendono a essere rapidi e richiedono tecniche risolutive in grado di neutralizzare l’aggressore in pochi secondi.

Il krav maga, il systema e il wilding sono delle discipline sincretiche, nascono cioè dalla fusione di tecniche di combattimento da strada con diverse arti marziali, in particolar modo boxe, aikido, ju-jitsu e wrestling, ma anche judo, karate e kung fu. Queste discipline sono ideali per l’autodifesa; il wilding, in particolar modo, è adatto soprattutto come tecnica di difesa personale femminile.

Questi sistemi di combattimento corpo a corpo fondano la loro filosofia di base sull’istintività, sulla reattività e sull’importanza di mantenere la piena consapevolezza di sé e dell’ambiente in cui ci si trova. Quello psicologico è un altro aspetto fondamentale nelle tecniche di difesa personale; la giusta postura mentre si cammina, la padronanza di sé e il corretto tono di voce da usare nell’approccio con il potenziale aggressore, infatti, sono tutti fattori che nella maggior parte dei casi permettono di sventare l’aggressione prima che abbia luogo.

Se si arriva allo scontro fisico, però, bisogna essere rapidi e pronti a colpire intenzionalmente con il preciso obiettivo di offendere l’aggressore e continuare fino a renderlo impotente; di conseguenza le arti marziali di difesa personale non possono essere improvvisate, ma richiedono una preparazione che soltanto degli istruttori qualificati sono in grado di impartire.

 

Uso di armi e deterrenti

L’uso di armi e oggetti di dissuasione è parte integrante del concetto di difesa personale; bisogna stare molto attenti, però, perché la detenzione e il trasporto di questi oggetti è rigidamente regolato dalla legge.

Lo spray al peperoncino è l’unico articolo antiaggressione a essere legale in Italia, ma con le debite restrizioni; è cioè possibile acquistare, detenere e portare con sé lo spray, ma il suo utilizzo deve essere strettamente limitato alla difesa personale, quindi soltanto in caso di pericolo e per legittima difesa. Usare lo spray al peperoncino senza essere in evidente pericolo, quindi, può comportare pesanti sanzioni e anche condanne penali.

I bastoni telescopici, i taser, coltelli, tirapugni e altri oggetti simili, secondo la legge italiana sono tutti equiparabili a delle armi e come tali possono essere detenuti e trasportati soltanto se si possiede una regolare autorizzazione da parte della Questura. La licenza di porto d’armi per difesa personale, però, viene concessa soltanto quando esiste una valida e reale motivazione che giustifichi la necessità di possedere un’arma e di portarla in giro.

 

La difesa personale e i bambini

L’aspetto più delicato della difesa personale è quello che riguarda i bambini; in alcuni casi, purtroppo, sono proprio i minori a essere esposti al pericolo di aggressioni da parte di rapitori o malintenzionati. In ambito scolastico la frequenza di questi eventi è ancora maggiore, considerato che il bullismo è una piaga estremamente diffusa.

Anche in questo caso l’iscrizione dei ragazzi a dei corsi di difesa personale può essere di grande aiuto; il judo è la disciplina più adatta perché è un’arte marziale di contatto che insegna a non avere timore della fisicità. I bambini che la praticano sviluppano una maggiore confidenza con il proprio corpo e imparano a cadere in modo da non farsi male, inoltre coltivano una maggiore autostima e fiducia in sé stessi.

Per chi ha cuore l’incolumità dei propri figli, specialmente quando sono in età prescolare e fino ai 10-12 anni, è possibile ricorrere all’utilizzo di dispositivi come i GPS per bambini. Questi possono essere collocati nei passeggini, negli zaini o negli indumenti stessi, e forniscono una certa serenità d’animo durante i viaggi e gli spostamenti. Il loro utilizzo deve essere limitato alle esigenze di sicurezza, ovviamente, e solo quando è strettamente necessario, in quanto lesivo della privacy del minore.

 

 

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